Viale Azari 113 - Verbania Pallanza
Una donna che allatta un bambino, una Vergine e il Dio fattosi uomo. È l’immagine che nel Tardo Medioevo fu tra le più amate dalle popolazioni rurali d’Europa. Le Madonne del Latte divennero oggetto di venerazione, di pellegrinaggio e di fatti ritenuti miracolosi. Così avvenne anche nelle campagne fra Intra e Pallanza, vicino alle rive del torrente San Bernardino sorgeva un oratorio, la chiesa di Sancta Maria de Agro o Egro, secondo il dialetto locale, che attirava fedeli in cerca di una grazia.
Di quell’edificio medievale resta il campanile, alcune opere murarie e il venerabile dipinto, risalente probabilmente al XII secolo. L’antico oratorio era troppo piccolo per i fedeli che richiamava e occorreva dare migliore collocazione alla Madonna del Latte. Al suo posto nacque così, nella prima metà del Cinquecento, una chiesa rinascimentale a tre navate, progettata da Giovanni Beretta da Brissago, e proclamata monumento nazionale. La devozione popolare continuò e persino San Carlo Borromeo, nel 1578, nel periodo della peste, si recò in pellegrinaggio a Madonna di Campagna.
La facciata a capanna è decorata da un rosone centrale e da un bellissimo portale a pannelli intagliati secondo il gusto rinascimentale. La struttura è in serizzo, pietra tipica del luogo grazie alle numerose cave della Val d’Ossola, sovrastata da un tiburio ottagonale a loggiato che culmina in una lanterna.
L’interno è riccamente decorato da opere compiute negli anni seguenti alla consacrazione dell’edificio.
A colpire lo sguardo è da subito il grande affresco nell’abside centrale: raffigura l’Assunzione della Vergine, dipinta da Carlo Urbino e Aurelio Luini con Giovanni Pietro Gnocchi. Le cappelle laterali dedicate a San Lorenzo e San Bernardo presentano scene della vita dei due santi, dipinte da Bernardino Lanino e bottega.
All’interno della cupola sono rappresentati da Cesare Luini i quattro dottori della Chiesa Sant’Ambrogio, Sant’Agostino, San Girolamo e San Gregorio, attorniati da coppie di angeli musicanti.
Da non perdere la Cappella della Madonna delle Grazie, che custodisce l’antica Madonna del Latte e opere di Camillo Procaccini, il “Vasari della Lombardia”, uno dei pittori più famosi della fine del XVI secolo grazie alla sua capacità di rappresentare i dettami della Controriforma.
Anche le opere lignee all’interno della chiesa meritano attenzione: il coro intagliato nel 1582 da Giovanni e Domenico Merzagora, artisti della vicina Val Vigezzo, il fonte battesimale sormontato dalla figura del Cristo inginocchiato nell'atto di ricevere il battesimo, il leggio intagliato con i simboli dei Quattro Evangelisti.
Prima di uscire, alzando lo sguardo sulla controfacciata è possibile ammirare l’organo del 1892, opera di Alessandro Mentasti.
Il complesso della Madonna di Campagna comprende anche un edificio del XVII secolo, precedentemente adibito a seminario, e un ossario d’inizio Settecento.
Particolare curioso è il fatto che il 25 marzo, l’Annunciazione, e il 15 agosto, l’Assunzione di Maria, un raggio di sole, verso le 17, entra dal rosone e illumina un affresco dedicato alla Madonna. Lo chiamano “il miracolo del Sole”.