Via Vittorio Veneto, 6a - Verbania
Ci sono palazzi che hanno molte vite. Villa Giulia, affacciata sul Golfo Borromeo e il porticciolo verbanese di Pallanza, ha avuto molte vite ma anche molte facce. Il primo che pensò di costruire una villa in quella posizione, a metà Ottocento, fu Bernardino Branca, il padre dell’omonimo Fernet. La ricetta la elaborò nel retrobottega del Caffè del Portighetto, che un tempo era aperto a lato del municipio. Il successo arrivò però anni dopo, quando a Milano l’amaro fu ritenuto medicamentoso durante un’epidemia di colera. Del successo godette il figlio Giuseppe, che scelse di regalare alla moglie Giulia una grande villa. Ricomprò così la casa fatta costruire dal padre Bernardino: era il 1880.
Ancora oggi, vista dal lago, Villa Giulia spicca per il suo candore, la leggerezza delle forme, lo stile neoclassico, gli sfarzosi loggiati, le colonne e i preziosi materiali di copertura. Con una terrazza semicircolare sulla quale tutti sognerebbero di ricevere una dichiarazione d’amore.
L’architetto Giuseppe Pirovano scelse però di non ripetere lo stesso stile sulla facciata verso la strada. Sull’altro lato, Villa Giulia è un edificio severo, con ampi finestroni, che sembra ispirato alla lezione rinascimentale di Palazzo Strozzi. Classicità e Rinascimento: i due volti del genio italico.
Negli anni Trenta la villa iniziò una nuova vita. Diventata Kursaal, per un certo periodo ospitò anche un casinò. Negli anni Cinquanta venne ampliata con due saloni, e nel corso dei decenni è stata anche una rinomata sala da ballo.
Oggi la Villa appartiene al Comune di Verbania ed è sede di mostre ed esposizioni di arte contemporanea, rassegne artistiche e musicali, e di importanti manifestazioni quali “Editoria e Giardini” e la “Mostra della Camelia Invernale e Primaverile”, che trovano una perfetta cornice nelle sale dalle decorazioni liberty.
All’esterno l’ampio giardino è un parco aperto al pubblico con un chiosco bar. All’ombra di piante secolari si può ammirare lo spettacolo del Lago Maggiore, delle Isole, della valle del Toce e delle cime innevate del Vallese.