Via S. Remigio - Verbania Pallanza
Dai ritrovamenti di epigrafi funebri di età romana ai documenti papali che citano la capella già nel 1132, dai lavori cinquecenteschi compiuti dall’eremita Gerolamo Appiani ai recenti restauri per ridare la giusta luce agli affreschi di mille anni fa. C’è tanta storia nella Chiesa di San Remigio, uno dei più significativi esempi di architettura romanica del territorio. Se non bastasse, c’è l’incanto della Castagnola, il promontorio che si affaccia sul lago, a separare il Golfo Borromeo dall’Alto Verbano. Un tempo era luogo per eremiti o vedette, che potevano spaziare con la vista dalla foce del fiume Toce, sino a Stresa o alla sponda lombarda, oggi è una lussureggiante macchia di verde che ospita ville e giardini di grande fascino.
La Chiesa di San Remigio sorse in tre fasi costruttive tra X e XII secolo, fu probabilmente cappella di un vicino castello del quale però non resta traccia e della originaria curtis di Pallanza. La dedicazione a San Remigio, cui erano devoti i Franchi, lascia pensare a un fortilizio già in epoca carolingia.
Nel corso dei secoli la sua struttura originaria a due navate, di cui una più piccola, che terminano con due absidi a pianta semicircolare, ha subito alcuni interventi di ampliamento, come ad esempio quelli della sacrestia e del portico antistante l'ingresso, realizzati da Appiani nel Cinquecento. Nel corso del Novecento, dopo che fu dichiarata monumento nazionale nel 1908, avvennero importanti lavori di restauro. Gli ultimi, nel 1975, hanno portato alla luce alcuni reperti di epoca romana e frammenti di capitelli tardomedievali.
Visitando l'interno della Chiesa di San Remigio, si possono ammirare affreschi di diverse epoche, si passa dalle cinquecentesche Madonne al più antico. È di poco successivo all’anno Mille ed è situato nell’abside minore. Vi è raffigurato un Cristo benedicente che sovrasta una figura – probabilmente il committente, forse un esponente della famiglia dei Conti di Pombia – inginocchiata fra l’arcangelo Gabriele e l’arcangelo Michele.
Raggiungendo l’abside maggiore, invece, si trovano due fasce affrescate, una con Cristo e i dodici apostoli, l’altra, di diversa fattura, con il ciclo dei mesi dell’anno databili attorno al XIII secolo e attribuibili alla bottega del Maestro d’Angera.
Generalmente la Chiesa di San Remigio, nota anche come Oratorio, è chiusa.
Per poterla visitare contattare: Ufficio Informazioni e Accoglienza Turistica di Verbania