di: Comune di Verbania

Una passeggiata sul Lungolago

L'itinerario che attraversa centri d’arte e scorci tra i più belli del Lago Maggiore

Verbania

Itinerari a piedi a Verbania   2:0h

Quattro le frazioni che si incontrano, Fondotoce, Suna, Pallanza e Intra. Partendo da Fondotoce si può raggiungere Intra costeggiando il lago e ammirando scorci davvero unici e sorprendenti; una bellissima passeggiata di circa 2 ore permette infatti di attraversare giardini e parchi e di costeggiare monumenti ed edifici storici unici nel loro genere.

Mappa

Fondotoce

Ciclabile__foto_Mauro_Gadda[1]

Questa piccola frazione prende il nome proprio dalla sua particolare posizione “in fondo”, ovvero alla foce del fiume Toce, uno dei maggior emissari del lago Maggiore che, attraversando la valle Formazza e la piana dell’Ossola, dà forma al golfo Borromeo sul quale si affaccia gran parte della città di Verbania.

Proprio dalla Riserva Naturale del Fondo Toce parte la nuova strada ciclopedonale che permette, costeggiando il lago, di attraversare le frazioni di Verbania adagiate lungo le sue sponde.

La frazione di Fondotoce ospita la Casa della Resistenza e il Parco della memoria e della Pace, eretti per commemorare i rastrellamenti nazifascisti del giugno del 1944 in Val Grande oltre ai circa 1.300 caduti del movimento partigiano delle province di Novara e del Verbano-Cusio-Ossola.

Suna

Paolo_Minioni_Fotografo_Verbania_Copyright_2022-Monumento_Suna_progetto_M.Tozzi[1]

Proseguendo sulla nuova via ciclopedonale che costeggia la carreggiata principale, raggiungiamo Suna, antico borgo di scalpellini, cavallanti e pescatori.

Percorrendo il lungolago ci si imbatte in un imponente arco affiancato da una statua raffigurante un soldato ferito a morte che rivolge un ultimo sguardo verso il cielo; si tratta del Monumento ai Caduti, opera del celebre artista Mario Tozzi il quale, incaricato di ideare un monumento celebrativo, aveva optato per qualcosa che, anziché coprire il panorama circostante, lo potesse valorizzare al meglio; ed infatti, proprio dallo scorcio creato dall’arco è possibile ammirare il Golfo Borromeo e le montagne in tutto il loro splendore.

Di fronte al monumento si trova la chiesa di Santa Lucia, edificata nel XVI secolo e dedicata alla martire siracusana, protettrice della vista e degli scalpellini, i quali correvano spesso il rischio di danneggiare gli occhi nello svolgere il loro faticoso lavoro. Anche all’interno della parrocchiale si trovano alcune opere di Mario Tozzi, tra le quali spiccano gli affreschi, posizionati sul soffitto in prossimità dell’ingresso, raffiguranti santi, tra i quali anche la patrona santa Lucia. Poco più avanti si scorge la chiesa romanica di San Fabiano. Essa si trova in posizione rialzata, caratteristica che le permise di mantenere un ruolo chiave nei secoli in quanto collocazione più sicura in occasione delle piene del lago. Desta grande curiosità la presenza, lungo la scalinata d’accesso, di incisioni nella pietra, dal significato misterioso, probabilmente religioso o ludico.

A pochi metri di distanza si trova la zona balneare con il Lido, frequentatissimo durante la stagione estiva da residenti e turisti.

Pallanza

Paolo Minioni Fotografo Verbania Copyright 2022-Arturo Toscanini

Procedendo lungo il lago, si giunge a Pallanza, una delle più belle e famose località turistiche del Lago Maggiore, che colpisce il visitatore non solo con la splendida vista sul lago e sul Golfo Borromeo, ma anche grazie al fascino del suo articolato lungolago ricco di edifici storici, chiese, monumenti e giardini.

Lungo il percorso si trovano diversi punti privilegiati da cui scattare foto ricordo che sembrano cartoline, a partire dalla terrazza panoramica all'inizio di Viale Tonolli, per proseguire poi verso il centro del paese, fino alla riva proprio di fronte a piazza Garibaldi, accanto all'Imbarcadero, punto di partenza dei battelli diretti alle Isole e alle località del Golfo Borromeo.

A poca distanza dall’imbarcadero si trova il Palazzo di Città, edificio ottocentesco il cui portico è formato da 32 pilastri in granito rosa di Baveno; da qui, percorrendo in salita la suggestiva Ruga – via pedonale dalla caratteristica pavimentazione in porfido – è possibile raggiungere e visitare Palazzo Viani-Dugnani, dal 1990 sede del Museo del Paesaggio, che ospita la Gipsoteca Troubetzkoy, la collezione di scultura, la Pinacoteca – con opere di artisti locali divenuti famosi nel mondo quali Daniele Ranzoni, Luigi Litta, Federico Ashton, Mario Tozzi – oltre a molteplici mostre temporanee.

Verso la fine del lungolago spiccano il delicato Monumento ai Caduti della Prima Guerra Mondiale dello scultore Paolo Troubetzkoy, raffigurante una madre con bimbo in braccio nell’atto di deporre un fiore e, poco distante, il più severo Mausoleo Cadorna, imponente monumento opera di Marcello Piacentini, ideato per custodire le spoglie del famoso Generale Luigi Cadorna, nativo di Pallanza.

Poco più avanti si incontra Villa Giulia, famosa villa ottocentesca costruita per volontà di Bernardino Branca, farmacista e inventore del noto amaro Fernet. Il prestigioso edificio, ormai da tempo di proprietà del comune, è sede di eventi e convegni nonché delle più significative manifestazioni promosse dalla Città di Verbania, quali le Mostre della Camelia (Invernale e Primaverile), il salone del libro “Editoria e Giardini” e il festival “LetterAltura”. In occasione di questi ed altri eventi la Villa è aperta al pubblico, mentre lo splendido parco che la circonda - affacciato sul lago di fronte all’Isolino San Giovanni - è un giardino pubblico sempre  accessibile a tutti.

Da qui prosegue la pista ciclopedonale, lungo la quale è possibile ammirare il panorama del lago e le ville storiche che vi si affacciano quali:

Villa Rusconi Clerici, dimora di fine '800 finemente conservata e tuttora privata. La villa si affaccia verso il lago con un giardino all'inglese sulle acque del Golfo Borromeo e splendida vista sulle  isole. Villa Rusconi-Clerici offre oggi servizi, strutture e un'organizzazione raffinata per ospitare ricevimenti, matrimoni, conventions e eventi speciali, oltre a conservare ancora gli appartamenti al secondo piano adibiti a residenza estiva dei proprietari.

Grand Hotel Majestic, costruito nel 1870 e oggi l’unico Grand Hotel della città.

Villa La Scagliola, già citata dalle guide turistiche di fine Ottocento come Villa Hasehburner, deve il suo aspetto gotico-inglese agli interventi effettuati dai suoi primi proprietari. L’inglese Charles Hasehburner, infatti, acquistò nel 1880 un vecchio ed umile edificio annesso alle fornaci di vetro, site proprio in quel luogo, da Antonio Restellini e ne fece una dimora elegante e lussureggiante. Il nome deriva dalla tecnica utilizzata per la copertura delle pareti esterne, con il largo impiego di scagliola, piccole scaglie di pietra, con cui fu realizzato il paramento murario particolarmente raffinato e gradevole alla vista.

Particolarmente affascinanti sono i sotterranei, dove un tempo sorgeva la fornace: i soffitti a volta in mattoni, alti più di sei metri, garantiscono all’edificio sovrastante un buon isolamento dall’umidità, che altrimenti risalirebbe sia dal lago, sia dal ruscello di cui arditamente non si volle deviare il corso, lasciando che passasse, in bella vista, proprio sotto la villa.

Villa l’Eremitaggio: costruita nel 1895 da William B. Kaupe, facoltoso personaggio americano di origine tedesca, grande viaggiatore e amante dell’arte. L’intero complesso è particolarmente interessante per lo stile eclettico e post-romantico che lo contraddistingue: il suo ideatore ha voluto qui esprimere il grande amore per l’arte italiana, riproponendone modelli del passato e reimpiegando, elementi autentici provenienti da antiche dimore.
Il giardino, che si estende per quasi mezzo chilometro affacciato sul lago, risulta dal connubio di architetture e piante antiche e lussureggianti: rose rampicanti, palmizi, tuje, rododendri, azalee, magnolie, vari esemplari di canfora, faggi rossi, conifere, cipressi, oleandri e limoni si compenetrano con statue, fregi parapetti di pietra e ferro battuto.

Al termine del tratto ciclopedonale si trova Villa Taranto, giardino botanico rinomato in tutto il mondo, realizzato a partire dal 1931 dal capitano scozzese Neil Mc Eacharn. Il parco ha un’estensione di circa 20 ettari e un patrimonio botanico unico; le fioriture si alternano durante tutto l’anno e danno vita a spettacoli sempre differenti: bulbose, azalee e rododendri, fiori d’acqua, Labirinto delle Dahlie e per chiudere la stagione il fall foliage.

Pochi passi più avanti, si trova un altro parco pubblico di circa 30.000 mq e caratterizzato da pregiate piante ad alto fusto, quello della villa Maioni. La villa, edificio dell’inizio del XX secolo, è oggi sede della Biblioteca Civica intitolata al filosofo intrese Pietro Ceretti.

Nel parco si possono ammirare diverse piante di camelie, fiori tipici della zona, qui raccolte in una notevole collezione composta da esemplari provenienti da tutto il mondo. Villa e parco ospitano manifestazioni ed eventi culturali.

Presso la foce del torrente San Bernardino si trova il Centro Eventi Multifunzionale “Il Maggiore”, progettato dall’architetto spagnolo Arroyo e di recente realizzazione.

La struttura particolare che lo caratterizza è ispirata alla forma dei sassi di fiume levigati dalle acque, chiaro richiamo all’ambiente naturale circostante.

All’interno l’edificio ospita due sale teatrali e un ampio foyer; a poca distanza si trova una spiaggia attrezzata frequentatissima d’estate da residenti e turisti.

Intra

MassimilianoBonino© -Imbarcadero Intra - 0005

Il nome di questo antico Comune deriva proprio dalla sua posizione particolare, ovvero “tra 2 fiumi”: il San Bernardino e il San Giovanni. Passeggiando lungo la litoranea, proprio tra i due fiumi, è possibile oggi percorrere il nuovo lungolago, realizzato su progetto dell’architetto Giovanni Tortelli di Montichiari, vincitore dell’apposito concorso di idee indetto dall’amministrazione comunale nel 1987. La realizzazione ha avuto inizio nel 1995 con il risultato di una nuova distribuzione degli spazi lungo l’intera passeggiata a lago e con l’inserimento di una zona verde che la separa dalla carreggiata stradale, di un impianto di illuminazione, di grandi panchine semicircolari e di altri elementi di arredo urbano.

L’intervento di ripristino ha visto anche il restauro della tettoia dell’ex imbarcadero.

Fin dalla fine del ‘700  Intra era  stata sede di segherie,  “le antiche reseghe”, di “sbianche”, enormi vasche utilizzate per sbiancare i tessuti, di mulini per macinare il frumento utilizzando la forza dell’acqua, oggi ormai scomparse insieme alle “rogge” ossia ai canali artificiali che attraversavano tutto il centro storico. Dell’antica vocazione industriale di Intra – un tempo chiamata “la piccola Manchester del lago Maggiore” proprio per sottolinearne l’importante ruolo svolto in tale ambito -  rimane oggi in verità ben poco.

Antiche vestigia di quell’epoca sono tuttavia ancora presenti. Tra esse si menziona  il vecchio imbarcadero, in stile liberty floreale, costruito nel 1859 per permettere ai piroscafi di raggiungere la terraferma. Già nel 1826, infatti, il primo piroscafo a vapore era giunto in prossimità di Intra ma dovette fermarsi al largo per poi far trasportare i viaggiatori a riva con delle piccole imbarcazioni a remi. L’imbarcadero coperto aveva anche funzione di luogo di riparo per il mercato, ricoprendo pertanto anche uno scopo commerciale.

Degna di nota è anche la Piazza Ranzoni con il suo famoso Palazzo del Comune, antica casa del Podestà e palazzo Pretorio e con il grande palazzo delle “Beccherie”, antico luogo del macello oggi adibito ad eleganti abitazioni private e negozi di lusso al piano terra.                                                                               

Altro elemento di spicco nell’area è indubbiamente la Colonna del Porto, chiamata  confidenzialmente dai residenti “la culòna”, e considerata il simbolo di Intra: risalente al 1834, è in granito del Montorfano, e si trovava tra quelle  destinate al colonnato della chiesa di S. Paolo fuori le mura a Roma; ma non rispondendo però ai requisiti richiesti, venne posizionata presso il Porto. Nella tragica alluvione del 1872, quando il fiume S. Bernardino ruppe gli argini e tramite la Fiumetta invase Piazza Teatro, il porto non resse la piena, ad eccezione della colonna che rimase salda al suo posto e che divenne quindi, da quel momento, il simbolo della città.

Lasciando il lungolago, e addentrandosi nel dedalo di viuzze del centro storico, si incontrano ancora antichi palazzi, moderni ed eleganti negozi, bar, bistrot e ristoranti tipici che offrono svariate e deliziose specialità lacustri così come antiche osterie o trattorie tipiche, ancora immerse nell’atmosfera di una volta, ottime location per un buon pranzo frugale, una merenda o un dopocena d’altri tempi. 

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