Isola Madre - Stresa
Agosto 1797. Dopo aver trascorso la notte all’Isola Bella, Napoleone Bonaparte, prima di tornare sulle rive del Verbano si fa portare all’Isola Madre. Fra la rigogliosa vegetazione, nota numerosi fagiani (che ancora oggi girano liberamente fra ibiscus, rododendri e cedri) e non resiste. Quando salpa dall’isola ha con sé con il proprio trofeo di caccia. D’altronde, come avrebbe scritto circa mezzo secolo dopo un altro celebre francese, Gustave Flaubert, se l’Isola Madre è il “luogo più voluttuoso” al mondo, è forse perché quando la si percorre è difficile resistere ai propri desideri.
Se oggi appare come un gioiello verde in mezzo al lago, lo si deve, infatti, al prendere forma dei desideri della famiglia Borromeo. Furono loro a partire dal Cinquecento a trasformarla, con la costruzione di uno splendido palazzo, su progetto dell’architetto Pellegrino Pellegrini, detto il Tibaldi, e di un giardino all’inglese, tra i più antichi d’Italia, ricco di piante esotiche. È il frutto delle idee dell’architetto Filippo Cagnola, che nel Settecento lo disegnò con scalinate e pergolati. Poi nell’Ottocento avvenne la trasformazione in giardino romantico, alla ricerca del sublime della Natura.
Fu così che l’Isola un tempo nota con il nome di San Vittore, che nel Medioevo fu proprietà di abati e vescovi e i cui ulivi davano olio per le funzioni religiose, divenne nel 1563 l’Isola Renata, in onore del nuovo proprietario: Renato Borromeo. I suoi discendenti, nel 1978, aprirono palazzo e giardino ai visitatori. E oggi, l’Isola Madre è, per tutti, la più grande e voluttuosa delle Borromee.
I giardini sono opera dell’architetto Filippo Cagnola, che nel 1710 disegnò scalinate, pergolati e vasi. All’inizio dell’Ottocento, venne poi trasformato in giardino romantico, secondo il gusto del tempo.