C’era chi l’aveva definito l’albero più bello del mondo. Il cipresso del Kashmir dell’Isola Madre, il più longevo e grande d’Europa, aveva circa 200 anni ed era alto 25 metri, quando venne abbattuto da una tromba d’aria nel 2006. Sulle Isole Borromee le piante sono però considerate monumenti, esseri viventi che custodiscono storie e bellezza. Fu così che una squadra di decine di giardinieri e tecnici, con 18 tiranti, riuscì a riposizionarlo al suo posto davanti al Palazzo, dove oggi continua a testimoniare il fascino di un figlio dell’Himalaya cresciuto ai piedi delle Alpi. Una storia d’affetto, di passione e di rispetto, una delle tante che racconta il giardino all’inglese dell’Isola Madre. Fu creato agli inizi dell’Ottocento e venne arricchito grazie soprattutto a Vitaliano IX, appassionato naturalista, che fece arrivare semi, rarità botaniche e piante in vaso da ogni parte del mondo.

Fioriture continue trasformano e colorano gli angoli del parco secondo il ritmo delle stagioni: dalle magnolie al bambù, dai glicini agli agrumi, dalle camelie ai rododendri; E ancora: ibiscus, bougainvillee e ipomee fino alle vasche traboccanti di ninfee e fiori di loto. 

Qui eucalipti, palme e banani convivono in armonia con conifere e aceri e il clima mite ha permesso la fioritura di rare essenze vegetali provenienti dalle più diverse latitudini. Un esempio è la terrazza delle protee, un fiore preistorico simbolo del Sudafrica che qui ha trovato il suo ambiente ideale.

A completare questo paradiso terrestre, uccelli variopinti vivono in libertà nel parco; i fagiani argentati e dorati e i pavoni bianchi che passeggiano tranquillamente nei prati sono solo un esempio.

Dal 2002 i giardini dell’Isola Madre, insieme a quelli dell’Isola Bella, fanno parte del prestigioso circuito inglese della Royal Horticultural Society.