Isola Bella - Stresa
Potreste incuriosirvi di fronte al letto in cui dormirono Napoleone e la moglie Giuseppina o nell’attraversare la Sala della Musica in cui, nel 1935, Mussolini e i governi di Francia e Gran Bretagna firmarono una dichiarazione nella vana speranza
di fermare il riarmarsi della Germania nazista. I personaggi celebri che l’hanno visitato non mancano, ma Palazzo Borromeo va scoperto secondo i dettami barocchi: lasciandosi stupire dalle sue sale e dai suoi arredi!
Migliaia di grandi e piccini hanno spalancato la bocca, alzando lo sguardo sulle pareti e le volte delle sei stanze dell’Appartamento delle Grotte. Un luogo fresco a pelo d’acqua, pensato per rifugiarsi dalla calura estiva. Le sale sono interamente rivestite di sassi, tufo, lava, residui di carbone, «pietre lustre» (marmi), frammenti di mica, tritume di marmo di Candoglia.
Il tutto è arricchito da ornamenti a stucco sul tema delle acque: conchiglie, ninfe, sirene, delfini, pesci e tartarughe. I pavimenti sono rivestiti di ciottoli di lago di fiume bianchi rossi e neri, con i quali sono disegnate le imprese araldiche dei Borromeo. Così le voleva Vitaliano VI Borromeo, che nel Seicento completò la costruzione del palazzo iniziato dal padre Carlo III: desiderava rivaleggiare con quanto visto nei palazzi dei Gonzaga a Mantova.
Caratterizzato da una pianta a T, Palazzo Borromeo domina l'estremità nord dell'isola Bella. La facciata, lunga 80 metri, vede al centro la sporgenza curvilinea del salone d'onore, ultimato solo nel 1948, sviluppato su due piani e coperto da un tetto a cupola. Il Palazzo con i suoi scenografici giardini terrazzati dovevano, nelle intenzioni di Vitaliano VI Borromeo, far sembrare l’isola un vascello ancorato al centro del golfo.
Le sale visitabili sono oltre 20, vi spiccano la Sala del Trono, la Sala delle Regine, il Salone degli Arazzi, dove dominano enormi arazzi fiamminghi del XVI secolo, in seta e oro, il cui tema ricorrente è il Liocorno, emblema dei Borromeo.
La Galleria Berthier raccoglie in un mirabile mosaico 130 quadri che ricoprono ogni superficie visibile delle pareti. Qui sono custodite opere di importanti autori lombardi e alcune copie di grandi nomi del passato del calibro di Raffaello, Correggio, Tiziano e Guido Reni, prassi ricorrente nelle collezioni nobiliari dell’epoca.
Da non perdere la visita ai giardini barocchi che si sviluppano su 10 terrazze in un tripudio di rarità botaniche, statue, obelischi, fontane e anfiteatri.