Viale Mottino 26 - Stresa
“Il belvedere dell'Alpino è il più bello del mondo. Mi hanno detto che esagero, nego l'esagerazione". Sono le parole che nel 1934 Henry Correvon, fondatore anni prima di un giardino alpino in Svizzera, pronuncia-va, in una conferenza milanese, nell’anno di nascita del Giardino Botanico Alpinia. A volerlo e istituirlo fu-rono Igino Ambrosini e Giuseppe Rossi. A ospitarlo è un’area di circa 40.000 metri quadrati nella frazione Alpino di Stresa. A 800 metri d'altitudine hanno trovato dimora più di settecento essenze, molte delle quali di origine alpina o provenienti dall’Oriente e dall’America.
Il fiore simbolo del Giardino Botanico Alpinia è la Genziana, piccolo fiore a campana raro e meraviglioso dal caratteristico colore blu violaceo, ma non mancano le Stelle Alpine, numerose felci e specie dalle vistose fioriture come varietà di papaveri e primule e diverse specie di interesse conservazionistico.
Vi sono piante provenienti dal Caucaso, dai Pirenei, dall'Himalaya e dal Nord America che qui hanno trovato le cure di mani sapienti e un habitat per prosperare.
Di rilievo è la collezione di rododendri, che include svariate specie asiatiche e autoctone.
Il cammino, studiato per apprezzare al meglio il giardino e i suoi splendidi fiori, è circolare. I due sentieri iniziali si ricongiungono e, mentre imboccando quello a sinistra si attraversa il bosco, scegliendo il percorso a destra del giardino, si accede direttamente al balcone panoramico. Qui si trova lo stupefacente belvedere. Il Golfo Borromeo e le sue isole sembrano una miniatura da toccare, mentre sullo sfondo si alternano le cime delle Prealpi e delle Alpi sino alle vette elvetiche.
Ottima per rinfrescarsi, soprattutto nei periodi più caldi è la sorgente naturale che si trova a circa metà del cammino, dedicata a Marco De Marchi fondatore dell’Istituto idrobiologico di Pallanza.
La strada che da Gignese conduce al giardino attraversa la frazione Alpino e costeggia alcune splendide ville in stile liberty realizzate far Ottocento e Novecento, quando la località divenne celebre nel mondo della nobilità e della ricca borghesia lombardo-piemontese quale ameno luogo di villeggiatura. A sceglierla quale luogo di soggiorno furono numerosi pittori e musicisti. Tra le più celebri dimore c’è Villa Tina-Anfossi. Realizzata tra il 1907 e il 1908, vide alla sua inaugurazione anche Achille Ratti, il futuro Pio XI, il papa alpinista che così commentò: “Qui tutto è musica, ed il compito del maestro è quello di tradurre in note la voce superba della natura”. Il padrone di casa, il pianista-compositore Giovanni Anfossi, vi ospitò personaggi illustri quali Toscanini, Leoncavallo e D’Annunzio.
Una curiosità: la Nazionale di calcio guidata da Vittorio Pozzo, nel 1934, scelse l’Alpino per il ritiro prima delle partite che la portarono a vincere il suo primo campionato del Mondo.