Da un lato ci sono le eleganti ville liberty, i giardini all’inglese e all’italiana che attirano visitatori da ogni dove, i raffinati lungolaghi. Dall’altro le gole scavate dai torrenti, chilometriche distese di boschi e cime che paiono ciclopiche rocce scagliate dagli dèi. Il Verbano è il sogno romantico del sublime trasformato in realtà.
A Verbania si può passeggiare tra le spettacolari fioriture di Villa Taranto, tra i più apprezzati giardini botanici del mondo, e ammirare le cime dell’area selvaggia protetta più grande d’Italia e delle Alpi: il Parco nazionale della Val Grande.
L’eleganza e la raffinatezza sono frutto di secoli di Grand Tour, di viaggi intrapresi da Oltralpe alla ricerca del bello e del pittoresco. Per i viaggiatori dal Nord, superato il Sempione, il Lago Maggiore era il biglietto da visita del Paese del Sì, del sole e dell’arte. Durante la Belle Époque fu la meta turistica delle élite, la fonte d’ispirazione di poeti e scrittori, pittori, scultori e musicisti.
Dal barocco dell’Isola Bella al liberty delle ville di Stresa e Pallanza, l’architettura si sposa con l’arte del giardinaggio, con un catalogo vivente di specie rare provenienti da tutto il mondo.
Sui suoi monti invece andava in scena lo spopolamento, le civiltà rurali che campavano di “pane dei poveri”, le castagne, e di pastorizia scesero a valle a lavorare nelle fabbriche alimentate dall’energia dell’acqua. E nel Novecento le valli tornarono a essere luoghi dove incontrare il lato selvaggio delle Alpi. La natura, con il Parco nazionale della Val Grande e la Riserva naturale speciale di Fondotoce, punto di sosta “internazionale” durante la migrazione di numerose specie di volatili, fu protetta e riscoperta.
L’elegante e il selvaggio si specchiano nelle acque del Verbano, sapendo offrire al visitatore un paesaggio unico, fra itinerari di arte, natura e cultura. Un viaggio nel viaggio pronto a sorprendere a ogni tappa.